Una volpe si stava scavando la tana, e mentre scansava la terra e apriva gallerie sempre più profonde, arrivò nel recesso più buio della grotta di un drago. Il drago stava a guardia di un tesoro e lo teneva ben nascosto. Non appena lo vide, la volpe disse: ” Ti prego innanzitutto di perdonare la mia temerità. Poi, come puoi facilmente vedere, la ricchezza non si addice alla mia vita, e allora rispondimi pazientemente: che benefici ricavi da questo lavoro? quale ricompensa è tanto grande da costringerti a non dormire e a vivere al buio?”. “Nessuna ricompensa – rispose il drago -. In verità, questo compito mi è stato assegnato dal sommo Giove”. “Allora, non prendi niente per te e non dai niente a nessuno?”. “E’ proprio così. Questo è il volere del Destino”. “Non ti arrabbiare se ti parlo sinceramente: chi si comporta come te è in odio agli dei. Perchè tu, che sei destinato a morire come sono morte le generazioni precedenti, perchè, con mente cieca, tormenti il tuo animo infelice? Parlo a te, avaro, gioia del tuo erede! parlo a te che risparmi sull’incenso con cui dovresti onorare gli dei e privi te stesso del cibo necessario; parlo a te che ascolti triste il suono melodioso della cetra; parlo a te che ti tormenti al dolce suono del flauto; parlo a te che ti lamenti per il costo del cibo; parlo a te che, pur di aggiungere qualche spicciolo al mucchio della tua ricchezza, stanchi gli dei con i tuoi ignobili spergiuri e negozi anche sul costo del tuo funerale, perchè non vuoi che Libitina lucri sui tuoi risparmi”.

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