Una volta i cani mandarono ambasciatori a Giove con la preghiera di avere una vita migliore ed essere liberati dai maltrattamenti degli uomini. Infatti gli uomini davano loro pane di crusca e li costringevano a sfamarsi con del ripugnante letame. Gli ambasciatori partono senza fretta e intanto vanno annusando se nei rifiuti c’è qualcosa da mangiare. Chiamati in udienza, gli ambasciatori non rispondono. E tuttavia Mercurio, sia pure con una certa fatica, alla fine li trova e li accompagna piuttosto imbarazzati. Quando furono al cospetto del grande Giove, allora, per la paura, se la fecero sotto sporcando dappertutto nella reggia. Vengono presi a bastonate e buttati fuori; il grande Giove ordina che non siano rispediti a casa. I cani, meravigliati del fatto che i loro ambasciatori non facessero ritorno, pensando di aver fatto qualcosa di cui vergognarsi, dopo un po’ decisero di mandarne altri. Intanto certe voci cominciarono a girare e si seppe che cosa avevano combinato i primi ambasciatori. Nel timore che potesse ripetersi quello che era accaduto, i cani riempiono di profumo il sedere dei nuovi ambasciatori. Danno loro le istruzioni e subito li fanno partire. Partono. Arrivati, gli ambasciatori chiedono di essere ricevuti. Il grande Giove siede sul trono e scaglia il fulmine: trema tutto. I cani, impauriti dall’improvviso fragore, se la fanno sotto spandendo puzza mista a profumo. Tutti chiedono che l’offesa venga punita. Ma prima di punirli, così parlò Giove:” Non è degno di un re non congedare gli ambasciatori, nè è difficile punire la colpa con una pena. Come punizione, vi faccio questo regalo: non proibisco che vi si faccia andar via, ma voglio che soffriate la fame perchè impariate a trattenere l’intestino. Quanto a quelli che hanno mandato voi incontinenti, non si libereranno mai dai maltrattamenti degli uomini”. Per questo motivo i loro discendenti aspettano ancora che tornino gli ambasciatori e quando vedono arrivare un nuovo cane, gli vanno ad odorare il sedere.
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