Fu per una felice intuizione che nel 1965 nacque il primo agriturismo in Toscana, qualcosa di nuovo e di antico che poteva coniugare campagna e turismo. Quell’anno alcuni giovani agricoltori fondarono un’associazione sul modello della francese “Agricolture et Tourisme”. Nel 1968, a Firenze, nel convegno “Città e Campagna”, quei pionieri disegnarono il modello dell’odierno agriturismo. In un momento in cui tanti abbandonavano le campagne per trasferirsi in città, il primo agriturismo in Toscana diventò il modello di riferimento per tutti gli altri agriturismi che sarebbero nati in Italia. Il modello di quel primo agriturismo in Toscana poteva essere un modo per tenere in vita l’economia contadina e tutto il bagaglio di storia e di esperienze ad essa collegato. Certo, dal punto di vista culturale, l’agriturismo nasce molto tempo prima, dalla stessa cultura contadina che era stata tradizionalmente accogliente nei confronti del forestiero. Chi viveva in campagna ospitava volentieri parenti ed amici che stavano in città i quali, dal canto loro, gradivano l’opportunità di vivere per un po’ nella natura e si sdebitavano aiutando in cucina o nel lavoro dei campi. Se l’agriturismo nasce in Toscana, riscuote un ampio successo in seguito specialmente in Trentino e in Umbria, regioni verdissime, rigogliose e feconde, in cui agricoltura è cultura della terra, non solo fatica e ricavo. Oggi una vacanza in un agriturismo in Toscana, o in un agriturismo in Umbria, significa lasciarsi alle spalle la vita alienata della città e ritrovare i profumi e i sapori della terra. I tanti agriturismi fioriti in Italia nell’ultimo decennio offrono servizi di buon livello in ambienti sempre più confortevoli, talvolta addirittura di pregio come nel caso degli agriturismi sorti in castelli e residenze d’epoca ristrutturate. In questo, la Toscana non ha rivali. Nei paesaggi più diversi, vicino alle coste, in collina o in montagna, gli agriturismi sono nati in genere dal riadattamento di casali, masi, stalle e fienili che oggi sono diventati camere, servizi e ambienti comuni dedicati alle più svariate attività. Con l’aggiunta, spesso, di spazi all’aperto con piscine e campi da tennis. Un agriturismo in Toscana, un agriturismo in Umbria, o semplicemente un agriturismo, a prescindere dalla localizzazione geografica, sono luoghi ideali per chi ama la tranquillità, il buon vino e la buona cucina della tradizione. Sono gli agriturismi gli ultimi fantastici posti in cui la pasta viene ancora fatta in casa; il pane cotto nel forno a legna, le uova raccolte ogni mattina e la frutta colta quando è matura sulla pianta. Gli agriturismi, chiamati anche farmhouse o country house per indicare che la loro popolarità ha scavalcato i confini, hanno incontrato negli anni il favore del mercato non solo nazionale. Oggi, su tutto il territorio italiano, se ne contano oltre 20.000. Che sia agriturismo in Toscanaagriturismo in Umbria, o agriturismo altrove; che sia agriturismo con piscina, con la vendita di prodotti tipici, preferibilmente bio; agriturismo con maneggio o agriturismo con centro benessere, la prima regione italiana per offerta è il Trentino Alto Adige, seguita dalla Toscana e subito dopo dall’Umbria. Nelle ultime posizioni ci sono Lombardia e Puglia, nonostante che la Puglia avrebbe il territorio e le strutture per una ricettività di questo tipo. La media nazionale di diffusione degli agriturismi è intorno ai 5,4 ogni 100 km². La conferma del trend in crescita arriva anche dall’estero: sono sempre più numerosi gli stranieri che scelgono la campagna, i cinesi si sono fermati più giorni che in passato. Nel primo semestre del 2013, gli ospiti sono stati 162.000, un 10% in più rispetto allo stesso periodo dell’anno prima. I pernottamenti sono stati 3,63 milioni: più 56%; la spesa; alla nostra economia hanno portato 267 milioni di euro, più 54%. Conti assolutamente in positivo. Il fatto che un agriturismo su tre sia nato negli ultimi 10-15 anni, conferma la fortuna della formula e il profondo processo di rinnovamento e di adattamento alle richieste di un’utenza sempre più ampia. Degna di nota la “freschezza” di queste nuove attività: il 7,2% dei gestori ha meno di 35 anni; 58.663 imprese agricole sono condotte da giovani under 35, secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Swg. Di queste aziende, il 70% opera in attività multifunzionali: dall’agriturismo alla fattoria didattica, dalla vendita diretta dei prodotti tipici e del vino alla trasformazione in loco del latte in formaggio, dell’uva in vino, delle olive in olio, della farina in pane. Ma si fanno anche birra, salumi, gelati e perché no, anche i cosmetici.